Traduzione dell’Estratto del Sermone del venerdì da Hazrat Khalifatul Masih V (Che Allah lo abbia in gloria e lo benedica) del 15 marzo 2019.

Il 15 marzo 2019, Hazrat Khalifatul-Masih V (che Allah lo aiuti) ha pronunciato il sermone del venerdì nella moschea di Baitul Futuh a Londra, Regno Unito.

Dopo aver recitato il Tashahud e Surah Al-Fatiha, Hazoor Anwar (aa) ha così espresso:

Il nome del primo dei compagni che menzionerò quest’oggi è Hazrat Saib Bin Usman (ra). Apparteneva alla tribù dei Banu Jum’a. Era il figlio di Hazrat Usman Bin Maz’oon (ra). Il nome di sua madre Khaulah Bint Hakeem. Accettò l’Islam proprio al suo inizio. Hazrat Saib Bin Usman (ra) partecipò nella seconda migrazione in Abissinia assieme a suo padre e suo zio, Hazrat Qudamah. Il Santo Profeta (sa) stabilì un legame di fratellanza tra Hazrat Saib Bin Usman (ra) e Harithah Bin Suraqah Ansari (ra) dopo la migrazione a Medina. Hazrat Saib Bin Usman (ra) partecipò nelle Battaglie di Badr, Uhud e Khandaq e in tutte le altre battaglie al fianco del Santo Profeta (sa). Il Santo Profeta lo nominò come Ameer di Medina durante la Battaglia di Buwaat. Hazrat Saib Bin Usman (ra) partecipò nella Battaglia di Yamama. La Battaglia di Yamama ebbe luogo nel 12AH durante il periodo del Califfato di Hazrat Abu Bakr (ra), durante il quale [Hazrat Saib] fu colpito da una freccia, che conseguentemente lo portò alla morte. Era giusto appena oltre l’età di 30 anni.

Il nome del prossimo compagno da menzionare è Hazrat Zamrah Bin ‘Amr Juhni (ra). Il padre di Hazrat Zamrah (ra) si chiamava ‘Amr Bin ‘Adi. Hazrat Zamrah (ra) partecipò nella Battaglia di Badr e Uhud e fu martirizzato durante la Battaglia di Uhud.

Il nome del prossimo compagno da menzionare è Hazrat Sa’ad Bin Suhail (ra). Hazrat Sa’ad (ra) era membro degli Ansar. Alcuni hanno riportato il suo nome come Sa’eed Bin Suhail. Hazrat Sa’ad (ra) partecipò nelle Battaglie di Badr e Uhud. Ebbe anche una figlia, il cui nome era Huzaila. Questo è tutto ciò che conosciamo su di lui.

Procedendo, menzionerò Hazrat Sa’ad Bin ‘Ubaid (ra), che era un compagno Badri. Hazrat Sa’ad Bin ‘Ubaid (ra) partecipò in tutte le battaglie al fianco del Santo Profeta (sa) comprese le Battaglie di Badr, Uhud e Khandaq. Il suo nome è stato anche riportato come Sa’eed. Era conosciuto con il titolo di Qari. Il suo epiteto era Abu Zaid.

Hazrat Sa’d bin ‘Ubaid (ra) è annoverato tra quei quattro compagni degli Ansar che riunirono le scritture del Sacro Corano durante la vita del Santo Profeta (sa). Suo figlio, ‘Umar bin Sa’d regnò su una parte della Siria durante il Califfato di Hazrat’ Umar (ra). Secondo un’altra narrazione, Hazrat Sa’d bin ‘Ubaid (ra), era solito guidare le preghiere nella moschea di Quba durante la vita del Santo Profeta (sa). Fu anche designato per guidare le preghiere durante i Califfati di Hazrat Abu Bakr (ra) e Hazrat ‘Umar (ra). Hazrat Sa’d bin ‘Ubaid (ra) fu martirizzato durante la battaglia di Qadisiyyah nel 16AH. Aveva 64 anni durante il periodo del suo martirio.

Il prossimo compagno da menzionare è Hazrat Sahl bin ‘Atiq (ra). Il suo nome è anche pronunciato come Suhail. Il nome di sua madre era Jamila bint ‘Alqama. Hazrat Sahl bin ‘Atiq (ra) partecipò nel secondo pegno ad ‘Aqba assieme ad altri settanta compagni Ansar. Ebbe l’onore di partecipare nelle Battaglie di Badr e Uhud.

Il nome del compagno da menzionare in seguito è Hazrat Suhail bin Rafi’ (ra). Hazrat Suhail bin Rafi’ (ra) apparteneva alla tribù dei Banu Najjar. La parte di terreno dove il Masjid Nabawi [la moschea del Profeta(sa)] fu costruita, era proprietà sua e di suo fratello, Hazrat Sahl (ra). Il nome di sua madre era Zuhaiba bint Sahl. Hazrat Suhail (ra) partecipò al fianco del Santo Profeta (sa) in tutte le battaglie, comprese le battaglie di Badr, Uhud e Khandaq [Il Fosso]. Passò a miglior vita durante il Califfato di Hazrat ‘Umar (ra).

L’incidenza della costruzione della Moschea del Nabawi è quanto segue:
Mentre il Profeta (sa) era a Medina, tutti desideravano avere l’onore di poterlo ospitare. Mentre il suo cammello attraversava un vicolo, le famiglie si allinearono per riceverlo. Con una sola voce dissero: “Qui siamo con le nostre case, le nostre proprietà e le nostre vite, per riceverti e per offrirti la nostra protezione. Vieni a vivere con noi.” Cortesemente, il Santo Profeta (sa) rifiutò dicendo, “Lasciate la mia cammella da sola. Lei è sotto il comando di Dio; si fermerà dove Dio vorrà che si fermi”. Alla fine, si fermò su un sito appartenente agli orfani della tribù dei Banu Najjar, situato su un lato di Medina. Il Santo Profeta (sa) smontò dalla sella e disse: “Sembra che questo sia il luogo in cui Dio vuole che ci fermiamo”. Fece delle indagini su chi fosse il proprietario di quell’appezzamento di terra. Si scoprì che la terra apparteneva ad alcuni orfani. Un garante degli orfani si fece avanti e disse che la proprietà apparteneva a tali e altri orfani e quindi offrì il sito per l’uso del Santo Profeta (sa). Il Santo Profeta (sa) rispose che non avrebbe accettato l’offerta a meno che non gli fosse stato permesso di pagare. Fu stabilito un prezzo ed il Profeta (sa) decise di costruire una moschea e alcune case su di essa.

Una moschea basica fu costruita, ed in un angolo della moschea venne costruita una veranda, denominata Suffah. Aveva lo scopo di ospitare gli indigenti Muharijin senzatetto. Queste persone rimanevano lì ed erano conosciute come Ashabus-Suffah. Come tale, rimanevano in compagnia del Santo Profeta (sa) giorno e notte, celebrando il culto e recitando il Sacro Corano. Questi, non possedevano alcun mezzo di sussistenza permanente. Il Santo Profeta (sa) si prese cura di loro personalmente e ogni volta che il Santo Profeta (sa) riceveva un regalo, ecc., o c’era qualcosa di disponibile a casa, avrebbe separato in particolare la loro parte. Tuttavia, nonostante tutto ciò, vivevano in uno stato di avversità e spesso raggiungevano uno stato di inedia. Questo stato continuò fino a quando alcuni trovarono lavoro, dovuto all’espansione di Medina, e altri iniziarono a ricevere sostegno dalla Tesoreria Nazionale (Quando le condizioni generali dei musulmani migliorarono, iniziarono a ricevere sostegno).

Un posto per la residenza fu costruito per il Santo Profeta (sa) adiacente alla moschea. La sua casa era una piccola camera di appena dieci o quindici piedi [3 o 5 metri quadri]. Un’unica entrata portava da questa camera alla moschea, da cui il Santo Profeta (sa) entrava nella moschea per guidare la Salat (preghiera), etc. Quando il numero delle sue spose aumentò, ulteriori alloggi vennero costruiti per il Santo Profeta (sa) a fianco del primo. Anche le case di vari altri Compagni vennero costruite nelle immediate vicinanze della moschea.

Questo è come il Masjid-e-Nabawi fu costruito. In quell’era, siccome non esisteva nessun altro edificio pubblico in cui potessero essere eseguiti compiti di importanza nazionale, la moschea serviva anche da quartier generale per le amministrazioni. L’assemblea del Santo Profeta (sa) si tenne lì. Fu in questo spazio che tutte le consultazioni ebbero luogo. I verdetti legali vennero enunciati da lì. Fu lì che tutte le ingiunzioni vennero emesse. Questa fu la casa ufficiale degli ospiti. In caso di necessità, veniva anche usata come confinamento per i prigionieri. Ciò nonostante, Hazrat Sohail (ra) e suo fratello ebbero la buona fortuna di poter offrire la loro terra per questo Grande Centro dell’Islam.

Il prossimo compagno è Hazrat Sa’ad bin Khaithamah (ra), che apparteneva alla tribù degli Aus. Il nome di sua madre era Hind bint Aus. Il Compagno Badri, Abu Ziyaah Nu’man bin Thabit (ra) era il suo fratellastro dal lato di sua madre. Era conosciuto con il titolo di Abu Khaithamah e Abu Abdullah. Il Santo Profeta (sa) stabilì un legame di fratellanza tra Hazrat Sa’ad bin Khaithamah (ra) e Hazrat Abu Salmah bin Abdul Asad (ra). Hazrat Sa’ad (ra) era uno dei dodici capi, designati nel sorvegliare i Musulmani di Medina durante il secondo pegno di Aqabah. Durante il 13esimo Nabawi di Dhul-Hijjah, in occasione del Hajj molte centinaia di persone tra gli Aus e la tribù dei Khazraj arrivarono a Mecca. Tra questi, vi erano settanta persone che erano diventati Musulmani o desideravano diventare Musulmani ed arrivarono a Mecca per incontrare il Santo Profeta (sa). Queste erano settanta anime tra gli Aus e la tribù dei Khazraj. Ricevendoli, il Santo Profeta (sa) recitò alcuni versetti del Sacro Corano e descrisse gli insegnamenti dell’Islam in un breve discorso. Mentre alludevano a Huququllah e Huququl-‘Ibad, il Santo Profeta (sa) disse: “Per quanto riguarda me stesso, tutto ciò che desiderò è che, come proteggete i vostri cari ed i vostri parenti, se necessario, occupatevi di me in egual modo.” Quindi il Santo Profeta (sa) completò il discorso, e queste 70 persone presero la Bai’at. Il nome di questa Bai’at è “La seconda Bai’at di ‘Aqabah”. Quando la Bai’at ebbe luogo, il Santo Profeta (sa) disse: “Mosè (as) nominò dodici capi tra il suo popolo che servirono come loro supervisori e protettori. Desidero anch’io nominare dodici capi tra di voi che saranno i vostri supervisori e i vostri protettori. Come tale, proponete i nomi di uomini degni prima di me”. Pertanto, furono proposti dodici uomini, che il Santo Profeta (sa) approvò e spiegò loro i loro doveri.

Durante la migrazione a Medina, il Santo Profeta (sa) dimorò nella casa di Hazrat Kulthum bin Al Hadam (ra) a Quba. Si narra anche che il Santo Profeta (sa) stette nella casa di Hazrat Sa’ad bin Khaithamah (ra). Conseguentemente, la prima preghiera del Venerdì offerta a Medina sotto queste linee guida fu a casa di Hazrat Sa’d bin Khaithamah (ra).

Hazrat Sa’ad bin Khaithamah (ra) possedeva un pozzo a Quba chiamato “Al Ghars”. Il Santo Profeta (sa) bevette regolarmente da questo pozzo e disse a riguardo “Questo proviene dalle fontane del Paradiso e la sua acqua è eccellente”. Il significato è che è dolce e fresco per il palato. Dopo la morte del Santo Profeta (sa), fu da quest’acqua del pozzo che il suo corpo fu lavato.

Suleiman bin Abaan narrò che quando il Santo Profeta (sa) partì per la Battaglia di Badr, entrambi Hazrat Sa’d bin Khaithamah (ra) e suo padre manifestarono l’intenzione di voler partire con lui. Quando fu riportato all’attenzione del Santo Profeta (sa) che entrambi il padre e il figlio – di una singola famiglia – stettero per partire assieme; Egli [Il Santo Profeta(sa)] istruì che “Solo uno si metterà in marcia, e per decidere chi andrà, dovranno tirare a sorte”. Hazrat Khaithamah (ra) disse a suo figlio Sa’d (ra) “Siccome solo uno di noi può andare in battaglia, ti consiglio di rimanere a casa con le donne per proteggerle e prenderti cura di loro”. Hazrat Sa’d (ra) replicò “Se ciò non fosse stato un fattore inerente al Paradiso, avrei certamente dato precedenza alla tua richiesta. Ma sono io stesso invidioso per il martirio”. Conseguentemente, entrambi tirarono a sorte, che andò a favore di Hazrat Sa’d (ra). Quindi partì per la battaglia al fianco del Santo Profeta (sa) e fu martirizzato nella battaglia di Badr.

Dunque, quei musulmani che presero parte nella battaglia di Badr, non avevano affatto alcun desiderio mondano, piuttosto era semplicemente il desiderio di offrire la loro vita per l’amore di Dio Onnipotente. Era per questa ragione che il figlio disse a suo padre che non poteva dargli precedenza. Ad ogni modo, fu una passione accorata [offrire un sacrificio] per cui Dio Onnipotente accettò e garantì loro la vittoria. Possa Dio Onnipotente continuare ad elevare lo stato dei Compagni.

Nota: Il riassunto non vuole sostituire il sermone del venerdì di Hazrat Khalifatul Masih V (aa). Ne considera solo alcuni punti. Consigliamo dunque di prendervi il tempo necessario per ascoltare il Sermone del venerdì per beneficiare pienamente della guida illuminata di Hazoor Anwar (aa).

Alislam.it si assume la piena responsabilità per eventuali errori o problemi di comunicazione e la qualità della traduzione italiana di questa sinossi del sermone del venerdì. La versione originale in inglese è disponibile su:  https://www.alislam.org/friday-sermon/2019-03-15.html