Traduzione dell’Estratto del Sermone del venerdì da Hazrat Khalifatul Masih V (Che Allah lo abbia in gloria e lo benedica) del 15 febbraio 2019.
Il 15 febbraio 2019, Hazrat Khalifatul-Masih V (che Allah lo aiuti) ha pronunciato il sermone del venerdì nella moschea di Baitul Futuh a Londra, Regno Unito.
Dopo aver recitato il Tashahud e Surah Al-Fatiha, Hazoor Anwar (aa) ha così espresso:
Hazrat Khalid bin Qais. Hazrat Khalid apparteneva al ramo dei Banu Bayada della tribù dei Khazraj. Il nome di suo padre era Qais bin Milak, mentre il nome di sua madre era Salma bin Harithah. Sua moglie era Umm Rabee’ ed avevano un figlio chiamato Abdur Rahman. Secondo Ibn Ishaq, partecipò al pegno di fedeltà che si svolse ad Aqabah insieme ad altri 70 compagni Ansar. Hazrat Khalid partecipò anche alle battaglie di Badr e Uhud.
Hazrat Haris bin Khazama Ansari. Il suo titolo era Abu Bishr. Apparteneva agli Ansar della tribù dei Khazraj, che erano confederati della tribù dei Banu ‘Abdil Ash’al. Il suo titolo era Abu Bishr. Hazrat Haris bin Khazama partecipò in tutte le battaglie al fianco del Santo Profeta (sa) comprese la Battaglia di Badr, Uhud e Khandaq (Il fossato). Il Santo Profeta (sa) stabilì un legame di fratellanza tra Hazrat Haris bin Khazama e Hazrat Iyas bin Bukhair. È menzionato in una storia che durante la battaglia di Tabuk, il cammello del Santo Profeta (sa) andò perduto. Gli ipocriti sollevarono l’accusa contro il Santo Profeta (sa) dicendo, “Come può avere conoscenza dei Cieli quando non sa nemmeno dove sia il suo cammello?” Quando il Santo Profeta (sa) venne a conoscenza di ciò, disse, “Possiedo solo conoscenza di ciò cui Dio mi ha informato”. Poi disse che Dio lo informò sul suo cammello, e che si trovava su un passo di montagna di una certa valle. Il compagno che andò in cerca del cammello secondo le istruzioni del Santo Profeta (sa) e lo riportò indietro fu Hazrat Haris bin Khazama. Morì a Medina nel 40AH, durante il Califfato di Hazrat Ali (ra), all’età di 67 anni.
Hazrat Khunais bin Huzafah. Il suo titolo era Abu Huzafah. Il nome di sua madre era Da’eefah bint Hizyam. Apparteneva alla tribù dei bani Saham bin ‘Amr. Accettò l’Islam prima ancora che il Santo Profeta (sa) si recò a Dar-e-Arqam. Hazrat Khunais era tra quei musulmani che presero parte alla seconda migrazione in Abissinia. Il Santo Profeta (sa) stabilì un legame di fratellanza tra Hazrat Khunais e Hazrat Abu ‘Abs bin Jabar. Hazrat Khunais partecipò alla battaglia di Badr. Ummul Mu’mineen Hazrat Hafsah era la vedova di Hazrat Khunais prima di sposare il Santo Profeta (sa). Secondo un’altra narrazione, Hazrat Khunais bin Huzafah (ra) fu ferito durante la battaglia di Uhud e qualche tempo dopo, morì a Medina a causa di queste ferite. Il Santo Profeta (sa) condusse una preghiera funebre e lo sepellì nel Jannat-ul-Baqi’ [il cimitero di Medina], vicino a Hazrat ‘Uthman bin Maz’oon.
Hazrat Haritha bin Nu’man. Il suo titolo era Abu Abdallah. Hazrat Haritha bin Nu’man era un compagno degli Ansar [musulmano nativo di Medina]. Apparteneva al clan dei Banu Najjar della tribù dei Khazraj. Partecipò al fianco del Santo Profeta (sa) in tutte le battaglie, comprese le battaglie di Badr, Uhud e Khandaq. È considerato tra i principali compagni.
Hazrat ‘Aisha (ra) riferisce che il Santo Profeta (sa) aveva un grande rispetto ed onore per lui. Hazrat ‘Aisha (ra) lo menzionò anche nella narrazione in cui lui trattava sua madre nel modo migliore ed il Santo Profeta (sa) consigliò a tutti di seguire questo esempio virtuoso.
Hazrat Haritha bin Nu’man narrò: “ho sentito dal Santo Profeta (sa) che aiutare i bisognosi, protegge una persona dalla sofferenza della morte”. Perciò fece qualsiasi sforzo per aiutare i bisognosi. Offrì la propria casa a Hazrat Fatima (ra) quando si sposò dicendo, “O Messaggero di Allah! Tutto ciò che possiedo appartiene a te, mio Maestro. Per Dio, qualunque cosa tu accetti di me, provoca in me una gioia più grande di quella che con me rimane”. Hazrat Haritha bin Nu’man morì durante il regno di Hazrat Ameer Muawiyah.
C’è una narrazione su Bashir bin Sa’ad da parte di suo figlio, Hazrat Nau’man bin Bashir, che dice: “Mio padre mi ha donato alcune delle sue ricchezze. (Entrambe queste narrazioni sono da Sahih Al-Bukhari). “Mia madre, ‘Amrah bint Rawahah dichiarò: “Non sarò soddisfatta finché non chiederai al Santo Profeta (sa) di esser testimone riguardo a questa faccenda”. Mio padre venne dal Santo Profeta (sa) per richiedergli di divenire testimone circa il dono che mi rilasciò. Il Santo Profeta (sa) così dichiarò: “hai dato lo stesso ai tuoi figli?” (Ovvero, hai dato a tutti la stessa quantità di ricchezza o lo stesso dono?). Egli rispose: “No”. Il Santo Profeta (sa) allora disse: “Temi Allah e tratta i tuoi figli con equità”. “Mio padre quindi ritornò e riprese il dono”. La saggezza di questo comandamento è quella di praticare la giustizia tra i fratelli, così che questi non si risentano l’un l’altro o si risentano dei loro genitori nella vecchiaia. La discriminazione dei genitori è dannosa e distrugge il rapporto d’amore tra genitori e figli.
Durante la battaglia di Khandaq (Il fossato), la figlia di Bashir bin Sa’ad – il cui racconto è in discussione – narra: “Mia madre, Amrah bint Rawahah, mi diede alcuni datteri, messi in un panno, e mi chiese di portarli a mio padre e mio zio per dir loro che era per la loro colazione”. Ella disse: “Ho preso questi datteri ed ho iniziato a cercare mio padre e mio zio. Quando sono passato dal Santo Profeta (sa), mi domandò: “O ragazza! Cos’hai portato?” Gli dissi dei datteri che mi diede mia madre per portargli a mio padre Bashir bin Sa’ad e mio zio Abdullah bin Rawahah. Il Santo Profeta (sa) disse: “dateli a me”. Li posizionai in entrambe le sue mani. Li mise su un pezzo di stoffa e li copri con un altro. Poi chiese ad un uomo di invitare tutti a mangiare quei datteri. Tutti coloro che stavano scavando le trincee si radunarono ed iniziarono a mangiarli. I datteri continuavano ad aumentare, tanto che quando tutti finirono di mangiare erano ancora traboccanti da quel pezzo di stoffa. Ecco come furono benedetti. Hazrat Bashir partecipò al fianco di Hazrat Khalid bin Walid nella battaglia di Ainul Tamar durante il Califfato di Hazrat Abu Bakr nell’anno 12 AH dove fu martirizzato.
Hazrat Abu Mas’ood Ansari riferisce che una volta che erano in compagnia di Hazrat Sa’ad bin Ubadah il Santo Profeta (sa) arrivò fra di loro. Hazrat Bashir bin Sa’ad chiese al Santo Profeta (sa): “Dio Onnipotente ci ha insegnato ad invocare saluti su di te – come dovremmo fare ciò?” Dopo una lunga pausa, il Santo Profeta (sa) rispose, “Dovreste dire [In arabo] [Oh Allah! Benedici Muhammad ed il suo popolo, come hai benedetto Abramo, e prospera Muhammad ed il suo popolo come hai fatto prosperare Abramo ed il suo popolo nel mondo intero. Certamente, Tu sei l’Altissimo, l’Eccelso.] E dovreste dire Salam (saluto di pace) come già sapete. [In arabo] [Oh Allah! Benedici Muhammad ed il suo popolo e fallo prosperare. Certamente, Tu sei l’Elogio, l’Esaltato].”
[Hazoor (aba) conclude così le narrazioni dei compagni per aprire un tema di attualità molto importante]
“Ora, vorrei chiedere di pregare per i preparativi della Convenzione annuale in Bangladesh. Purtroppo, “i cosiddetti” eruditi e gli oppositori hanno causato grande agitazione e commozione, con il risultato che le masse hanno attaccato le case ed i negozi degli Ahmadi, bruciando alcune case e saccheggiando alcuni negozi. Alcuni Ahmadi sono rimasti feriti. Pregate affinché Allah l’Onnipotente migliori la situazione, e possa concedere una guarigione rapida e completa a coloro che sono stati feriti. Possa anche rimediare a tutte le perdite materiali, e in futuro, ogni volta che verrà decisa la data della Convenzione annuale, possano essere abilitati a detenerla.
Dopo le preghiere, presiederò anche una preghiera funebre per la rispettata Siddiqa Begum Sahiba di Dunyapur, in Pakistan. Era la madre di Laeeq Ahmad Mushtaq Sahib, l’incaricato missionario del Sud America e la moglie di Sheikh Muzaffar Ahmad Sahib. È deceduta il 1° febbraio all’età di 74 anni – Certamente ad Allah apparteniamo ed a Lui dovremmo tornare. La defunta ha trascorso la sua intera vita come una moglie esemplare. Nonostante un reddito modesto, è sempre rimasta contenta e dignitosa. Non solo ha allevato i suoi figli, ma ha anche organizzato i matrimoni dei suoi fratelli e delle sue sorelle. Ha sempre dato la precedenza al conforto degli altri prima del proprio. Era regolare nelle sue preghiere e nel suo digiuno. Era sempre incline a supplicare, aveva un carattere umile, allegro e modesto, si prendeva cura dei poveri ed era una donna pia e sincera. Era anche abituale nel recitare il Sacro Corano e anche l’onore di aver insegnato ad un sacco di ragazze Ahmadi la sua corretta recitazione. A sue spese, ha pagato un Hafiz per aiutare sua figlia e due figli a imparare a memoria l’intero Corano. Aveva un grande amore per il Sacro Corano. Aveva una profonda connessione di sottomissione con il Khilafat ed era una Moosiya (un individuo che prende parte nel benedetto sistema “Al-Wasiyat”). Possa Dio Onnipotente riversare su di lei il Suo perdono e avere pietà della deceduta ed elevare il suo stato; possa Egli concedere ai suoi figli la capacità di continuare le sue buone opere; possa accettare le sue preghiere in loro favore”.
Nota: Il riassunto non vuole sostituire il sermone del venerdì di Hazrat Khalifatul Masih V (aa). Ne considera solo alcuni punti. Consigliamo dunque di prendervi il tempo necessario per ascoltare il Sermone del venerdì per beneficiare pienamente della guida illuminata di Hazoor Anwar (aa).
Alislam.it si assume la piena responsabilità per eventuali errori o problemi di comunicazione e la qualità della traduzione italiana di questa sinossi del sermone del venerdì. La versione originale in inglese è disponibile su: https://www.alislam.org/friday-sermon/2019-02-15.html