Traduzione dell’Estratto del Sermone del venerdì da Hazrat Khalifatul Masih V (Che Allah lo abbia in gloria e lo benedica) del 19 luglio 2019.
Il 19 luglio 2019, Hazrat Khalifatul Masih V (che Allah lo aiuti) ha pronunciato il Sermone del venerdì nella moschea di Baitul Futuh a Londra, Regno Unito.
Dopo aver recitato il Tashahhud, Ta’awwuz e la Surah Al-Fatihah, Hazrat Khalifatul Masih V (aba) ha così espresso:
Quest’oggi, continuerò la narrazione per conto delle vite dei Compagni Badri (i.e. quei compagni che presero parte nella Battaglia di Badr). Il nome del primo compagno che menzionerò quest’oggi è Hazrat Amir (ra) bin Salama. Apparteneva alla tribù dei Balee. Balee è un ramo dell’antica tribù araba dei Qudha’ah, che si trova in Yemen. Hazrat Amir (ra) era un confederato degli Ansar. Hazrat Amir (ra) bin Salama ebbe l’onore di partecipare nelle battaglie di Badr e Uhud.
Il nome del secondo compagno che menzionerò è Hazrat Abdullah (ra) bin Suraqah. Hazrat Abdullah (ra) bin Suraqah apparteneva al clan dei Banu ‘Adi di Quraish, che era la tribù di Hazrat ‘Umar (ra) bin Al-Khattab. Hazrat Abdullah (ra) e suo fratello ‘Amr bin Suraqah (ra) ebbero l’onore di partecipare nella Battaglia di Badr. Hazrat Abdullah (ra) bin Suraqah morì durante il Califfato di Hazrat ‘Uthman nel 35 AH. In una narrazione, Hazrat Abdullah (ra) bin Suraqah narra che il Santo Profeta (sa) disse “tassahharoo wa lau bil maa’i” ovvero “prendete parte al Sehri (pasto consumato la mattina presto prima del digiuno), anche se è solo con acqua”.
Il nome del prossimo compagno che menzionerò è Hazrat Malik (ra) bin Abu Khauli. Hazrat Malik (ra) bin Abu Khauli apparteneva alla tribù dei Banu Ijal, confederati del clan dei Banu ‘Adi Bin Ka’ab di Quraish. Hazrat Malik (ra) bin Abu Khauli passò a miglior vita durante il Califfato di Hazrat Uthman (ra).
Quindi, il compagno seguente che menzionerò è Hazrat Wasid (ra) bin ‘Abdullah. Apparteneva alla tribù dei Banu Tamim. Hazrat Wadiq (ra) era un confederato dei Khattab bin Nufail e secondo una narrazione, era un confederato della tribù dei Quraish. Hazrat Waqid (ra) accettò l’Islam come risultato degli sforzi di predicazione di Hazrat Abu Bakr (ra) prima che il Santo Profeta (sa) si recò a Dar-i-Arqam. Il Santo Profeta (sa) considerò l’instaurazione di un centro per il Tabligh (con il proposito di propagare un centro per l’Islam) a Mecca, dove i musulmani potessero riunirsi per pregare e per cercare pacificamente e senza ostacoli alcuni la guida del Santo Profeta (sa) in merito alle questioni relative alla loro formazione morale, oltre a servire come luogo in cui il messaggio dell’Islam potrebbe essere predicato. Quindi, il Santo Profeta (sa) scelse la casa di Arqam bin Abi Arqam, che recentemente accettò l’Islam. Questa casa si trovava ai piedi del Monte Safa. In seguito, i musulmani si raggruppavano e offrivano preghiere proprio in questo posto. Ulteriormente, quando queste persone in cerca della verità arrivavano dal Santo Profeta (sa), Egli (sa) predicava loro il messaggio dell’Islam proprio all’interno di questo luogo. Proprio per questo motivo, questa casa è diventata famosa nella storia ed è anche conosciuta come Dar-ul-Islam. Il Santo Profeta (sa) ha adempiuto alle sue responsabilità da Dar-i-Arqam in circa tre anni. Ovvero, lo rese il centro nel giro di quattro anni dopo aver ricevuto la sua nomina come profeta e continuò le sue opere di predicazione e di formazione morale fino alla fine del sesto anno.
Hazrat Waqid (ra) passò a miglior vita verso l’inizio del califfato di Hazrat ‘Umar (ra).
Procedendo, il prossimo compagno che menzionerò è Hazrat Nasr (ra) bin Harith. Hazrat Nasr (ra) bin Harith apparteneva alla famiglia degli Ansar della tribù di Aus, Banu ‘Abd bin Razzaq. Il suo nome è menzionato anche come Numair bin Harith. Il suo titolo era Abu Harith. Il nome di suo padre era Harith bin ‘Abd e il nome di sua madre era Saudah bint Sawwad. Hazrat Nasr (ra) bin Harith ebbe l’onore di partecipare nella Battaglia di Badr. Suo padre, Harith (ra), ebbe anch’egli l’onore di essere uno dei compagni del Santo Profeta (sa). Hazrat Nasr (ra) fu martirizzato durante la battaglia di Qadisiyyah. Qadisiyyah è un’area in Iran, o nel moderno Iraq, situata ad una distanza di 45 miglia (72 km) da Kufa. Nel quattordicesimo anno dopo la Hijrah (migrazione del Santo Profeta (sa) dalla Mecca a Medina) e durante il Califfato di Hazrat ‘Umar (ra), una guerra decisiva fu combattuta fra i musulmani e i sassanidi di Qadisiyyah. Come risultato di ciò, l’impero sassanide cadde sotto le mani dei musulmani.
Il compagno che menzionerò in seguito è Hazrat Malik (ra) bin ‘Amr. Hazrat Malik (ra) bin ‘Amr apparteneva ad una famiglia della tribù dei Banu Sulaim, Banu Hijr, che era una confederazione dei Banu ‘Abd-i-Shams. Il nome di suo padre era ‘Amr bin Sumaid. Hazrat Malik partecipò nella battaglia di Badr affianco ai suoi due fratelli, Hazrat Saqf (ra) bin ‘Amr e Hazrat Mudlij (ra) bin ‘Amr. Hazrat Malik (ra) partecipò al fianco del Santo Profeta (sa) nella battaglia di Uhud ed in altre battaglie e fu martirizzato durante la battaglia di Yamama, nel dodicesimo anno dopo la Hijrah.
Il nome del prossimo compagno che menzionerò è Hazrat Nu’man (ra) bin ‘Asr. Hazrat Nu’man (ra) apparteneva alla tribù Ansar dei Bali’ ed era un confederato della tribù dei Banu Mu’awiyah. Hazrat Nu’man (ra) bin ‘Asr partecipò al fianco del Santo Profeta (sa) nella Bai’at-e-‘Aqba, la battaglia di Badr ed anche altre battaglie. Fu martirizzato durante la battaglia di Yamama.
Il nome del prossimo compagno è Hazrat ‘Uwaim (ra) bin Sa’idah. Hazrat ‘Uwaim (ra) bin Sa’idah apparteneva ai Banu ‘Amr bin ‘Auf, un ramo della tribù degli Aus. Hazrat ‘Uwaim (ra) partecipò sia nella prima che nella seconda Bai’at di ‘Aqba. Hazrat ‘Abdullah bin Zubair narra che sentì il Santo Profeta (sa) dire, “che eccezionale servo di Allah è ‘Uwaim (ra) bin Sa’idah, ed è anche tra gli abitanti del paradiso!”. Hazrat ‘Uwaim (ra) bin Saidah partecipò in tutte le battaglie al fianco del Santo Profeta (sa), comprese la battaglia di Badr, Uhud e Khandaq. Hazrat ‘Uwaim (ra) morì durante la vita del Santo Profeta (sa).
Il prossimo compagno è Hazrat ‘Antarah (ra) Maula Sulaim. Hazrat Antarah era lo schiavo liberato di Hazrat Sulaim bin ‘Amr. Hazrat ‘Antarah era Sulmi Zukwani, ed era il capo della tribù dei Banu Sawwad bin Ghadam, che era un ramo degli Ansar. Hazrat ‘Antarah (ra) prese parte nelle battaglie di Badr e Uhud e fu martirizzato durante il giorno della battaglia di Uhud da Nofal bin Mu’awiyyah Dilli. Secondo una narrazione, il decesso di Hazrat ‘Antarah fu durante la Battaglia di Siffeen, durante l’era di Hazrat Ali (ra), nel 37 Hijri.
Procedendo, il seguente compagno che menzionerò è Hazrat No’man (ra) bin ‘Abd-e-‘Amr. Era un membro dei Banu Dinar bin Najjar, un ramo della tribù dei Khazraj tra gli Ansar. Hazrat No’man (ra) bin ‘Abd-e-‘Amr ottenne lo stato di martire durante la battaglia di Uhud. Hazrat No’man (ra) e Hazrat Dhahhak avevano anche un terzo fratello, il cui nome era Qutbah. Anch’egli godette dell’onore di essere uno dei compagni del Santo Profeta (sa).
Hazrat Qutbah (ra) fu martirizzato durante l’incidente di Be’r-e-Ma’oonah. Muhammad bin Sa’d Abi Waqqas (ra) racconta che il Santo Profeta (sa) passò davanti ad una donna della tribù dei Banu Dinar, il cui marito, fratello e padre presero parte nella battaglia di Uhud, e lì furono martirizzati. Quando alcune persone andarono da lei per estendere le loro condoglianze, lei domandò loro soltanto, “Come sta il Santo Profeta (sa)?” e le persone rispondevano, “O Madre (dei martiri), egli sta bene, e tutte le lodi appartengono ad Allah, egli è esattamente come tu desidereresti vederlo”. In seguito a ciò, la donna risponde, “Mostratemelo, desidero vederlo”. Quindi, le persone puntarono verso il Santo Profeta (sa). Quando ella vide il Santo Profeta (sa), disse, “Ora, tutte le mie calamità impallidiscono in insignificanza”.
Esponendo questa narrazione, Hazrat Musleh Mau’uh (ra) spiega che questo livello di coraggio e fermezza era instillato nelle donne dei compagni per via della loro devozione all’Unità di Dio Onnipotente. Avevamo un’estrema dedizione per il Santo Profeta (sa) non perché fosse Muhammad (sa), invero questo amore era perché egli era il Messaggero (sa) di Allah. Queste persone erano infatti gli amanti devoti di Dio Onnipotente e poiché Dio Onnipotente amò Muhammad (sa) il Messaggero di Allah, anche i Compagni svilupparono amore per lui. Questo era il tipo di amore che Dio Onnipotente posizionò nei loro cuori per il Santo Profeta (sa), anche se, diedero sempre precedenza a Dio Onnipotente prima di ogni altra cosa. Dunque, dovremmo sviluppare una passione nei nostri cuori dall’amore e dal nome di Dio Onnipotente, poiché il vero progresso può derivar solo dall’amore di Dio e rimanendo saldamente stabili sull’Unità di Dio. Quindi, questo è un principio fondamentale che ognuno di noi deve tenere a mente. Che Allah Onnipotente ci consenta di sviluppare la vera comprensione dell’amore di Dio Onnipotente e del Santo Profeta (sa).
Ora parlerò di due persone che sono recentemente morte e per cui offrirò le loro preghiere funebri dopo il sermone del venerdì. Il primo è Maudood Ahmad Khan Sahib, Ameer di Karachi Jam’at e figlio di Nawab Mas’ud Ahmad Khan Sahib. È deceduto il 14 luglio all’età di 78 anni. Inna lillahi wa inna ilaihi raji’un (ad Allah apparteniamo ed a Lui dovremo ritornare). Oltre a sua moglie, la sua progenie comprende un figlio ed una figlia sopravvissuti. Anche suo figlio lavora nel campo della legge, mentre sua figlia vive in Canada con suo marito. Suo marito, ovvero il genero di Maudood Khan Sahib è il pronipote di Mirza Mubarak Ahmad Sahib. Maudood Ahmad Khan Sahib è stato nominato Ameer del distretto di Karachi nell’ottobre del 1996. In precedenza, ha ricoperto il ruolo di Na’ib Ameer e segretario per gli affari esterni. È stato anche direttore della Fondazione Fazl-e-Umar, della Fondazione Nasir e della Fondazione Tahir. Inoltre, a causa delle difficili circostanze della Jam’at nel 1984, mantenne anche buoni rapporti con la stampa. Sua moglie, Amatul Mu’mim Sahiba, afferma di essere una persona molto umile, cortese, compassionevole, modesta e gentile. Indipendentemente da chi avesse sviluppato una relazione con lui, tutti avrebbero detto che sembrava che si conoscessero da anni, siano i più giovani lavoratori della Jama’at o i membri più anziani. Suo figlio, Ma’moon Khan Sahib scrive: “Era un padre modello. Fin da giovane ha instillato in noi l’importanza della preghiera. Sin da piccolo mi accompagnava in moschea per la preghiera del Fajr. Ci consigliava di rispettare gli anziani e di aiutarli. Fu una grande influenza sia per me che per mia sorella; era regolare nelle sue preghiere ed era sempre pronto a offrire qualsiasi sacrificio finanziario”.
Ha reso grandi servizi per coloro che erano (ingiustamente) imprigionati a Sindh e anche per le famiglie di coloro che erano stati martirizzati. Sua moglie scrive che la portava in compagnia con sé in visite ufficiali e che si prendeva grande cura di quelle famiglie e donava loro dei regali. Sua moglie dice inoltre: “Uno dei suoi attributi speciali era che era sempre puntuale nel dare la Chanda, (aveva un buon reddito ed era ricco). Allo stesso modo c’era una lunga lista di Chanda che avrebbe dato a nome dei defunti (partenti). Mi consigliava di limitare le nostre spese personali e dare più Chanda per la Jama’at”. Dice inoltre: “A volte sembrava che guadagnasse solo per donare alla Jama’at”. Era estremamente contrario alle persone che criticano gli altri ed in molti hanno menzionato questo fatto di lui. Io stessa ne sono testimone, non gli piaceva affatto ed impediva a chiunque di farlo”. Sua moglie scrive: “Non ascoltava mai le lamentele verso nessuno ed era contrario alla maldicenza”.
Sua figlia scrive: “Nostro padre ci ha presentato un grande esempio della fede in Dio, della lealtà verso il Khilafat e di come si dovrebbe mostrare obbedienza al Khalifa. Ci ricordava sempre di seguire questi principi. Ascoltava regolarmente i procedimenti della Jalsa Salana, anche durante la sua malattia guardava la Jalsa su MTA”. La Jalsa Salana del Canada e della Germania si sono svolte nello stesso momento, sua figlia che vive in Canada dice che l’ha informata che stava guardando la Jalsa in Germania. Era sua abitudine ascoltare regolarmente i sermoni. Osservava sempre il digiuno durante il Ramadan. Non viaggiava mai durante Ramadan né faceva programmi durante questo mese, in modo da poter trascorrere il Ramadan nel modo in cui dovrebbe essere osservato. Questa è una lezione per quelle persone che non digiunano a causa di piccole cose banali o a causa dei loro viaggi. Possa Dio Onnipotente concedergli il suo perdono e la sua misericordia ed elevare la sua posizione. Che Dio Onnipotente consenta anche ai suoi figli di progredire anche le sue buone azioni. La seconda preghiera funebre è di Khalifah Abdul Aziz Sahib, il Na’ib Amir della Jama’at Canada, scomparso all’età di 84 anni il 9 luglio a causa di un’insufficienza cardiaca – Certamente ad Allah apparteniamo e a Lui dovremo tornare. Era tra i membri pioneristici della Jama’at in Canada. Si è trasferito in Canada dal Pakistan nel 1967. Era un avvocato di professione e ha anche fondato il suo studio legale in Canada. Ha anche aiutato la Jama’at in relazione a questioni legali e il suo servizio per la Jama’at del Canada dura da oltre 50 anni. Fu anche il primo presidente nazionale della Jama’at Canada e anche il primo presidente del consiglio di Qadha (Consiglio di giurisprudenza). Ha prestato servizio come vice Amir del Canada fino alla sua scomparsa. Nel 2010 ha avuto l’onore di esibire il Hajj (Pellegrinaggio). Era estremamente socievole, molto amato da tutti ed una persona allegra. Aveva una profonda comprensione delle questioni e una solida opinione ed era un individuo estremamente leale e devoto. Aveva un grande amore per il Khilafat e si sforzava al massimo di soddisfare qualsiasi problema di istruzione dal centro amministrativo. Per grazia di Dio Onnipotente era anche un Musi. Possa Dio Onnipotente concedergli il suo perdono e la sua misericordia e concedere pazienza e fermezza ai suoi cari e consentire loro di continuare le sue buone azioni.
Nota: Il riassunto non vuole sostituire il sermone del venerdì di Hazrat Khalifatul Masih V (aa). Ne considera solo alcuni punti. Consigliamo dunque di prendervi il tempo necessario per ascoltare il Sermone del venerdì per beneficiare pienamente della guida illuminata di Hazoor Anwar (aa).
Alislam.it si assume la piena responsabilità per eventuali errori o problemi di comunicazione e la qualità della traduzione italiana di questa sinossi del sermone del venerdì. La versione originale in inglese è disponibile su:
https://www.alislam.org/friday-sermon/2019-07-19.html