Uomini d’Eccellenza: I dediti Compagni del Santo Profeta (sa) – Hazrat Abdullah (ra)
Traduzione dell’Estratto del Sermone del venerdì da Hazrat Khalifatul Masih V (Che Allah lo abbia in gloria e lo benedica) del 15 Novembre 2019.

Il 15 Novembre 2019, Hazrat Khalifatul Masih V (che Allah lo aiuti) ha pronunciato il Sermone del venerdì dalla moschea Mubarak di Islamabad, Tilford, Regno Unito.

Dopo aver recitato il Tashahhud, Ta’awwuz e la Surah Al-Fatihah, Hazrat Khalifatul Masih V (aba) ha così espresso:

“In proseguimento ai resoconti dei compagni Badri del Santo Profeta (sa), continuerò dal mio ultimo sermone in Germania.

Quando l’armata musulmana partì per Uhud, anche Abdullah Bin Salool (il capo degli ipocriti di Medina) e i suoi compagni, sotto consiglio dei musulmani più giovani, si misero in marcia. Abdullah bin Abi Salool era il padre di Hazrat ‘Abdullah bin ‘Abdullah. Quando si trovò sul campo di battaglia, Abdullah bin Abi Salool si ribellò e tornò a Medina con 300 dei suoi seguaci, ridicolizzando gli sforzi di guerra e dicendo che ciò equivaleva semplicemente a suicidarsi. Solo 700 dei musulmani rimanenti combatterono valorosamente ottenendo il sopravvento in battaglia ed avvicinandosi alla conquista della vittoria per un breve istante. Tuttavia, verso la fine della battaglia, a causa della mancata osservanza dei comandamenti del Santo Profeta (sa) da parte degli ipocriti, che abbandonarono le guardie a valle, i musulmani subirono una grave perdita.

Ora presenterò alcuni dettagli del comportamento di Abdullah bin Abi Salool dopo questa battaglia e di come iniziò a pronunciare commenti offensivi e sdegnosi sul conto del Santo Profeta (sa) e degli altri musulmani. Si fece beffa dei musulmani elevando la sua sfacciataggine, quando invece il Santo Profeta (sa) trascurava queste cattive azioni. Tentò di suscitare rivalità tribali tra gli Ansar (gli aiutanti) e i Muhajireen (gli immigrati) incitando le persone ignoranti e facilmente impressionabili. Un alterco in piena regola fu evitato solo grazie alla mediazione degli anziani; questo seccò notevolmente Abdullah Bin Abi Salool ancora più, al punto che disse: (Questo passo è menzionato nella Surah Al-Munafiqun del Sacro Corano e ne viene esposto il significato qui) “Aspettate e vedrete. Ora che arriviamo a Medina, l’uomo più onorato esilierà la persona o le persone più vergognose dalla città.” Zaid bin Arqam (ra), un sincero e giovane uomo, udì queste parole e si rattristò enormemente, affrettandosi di convenire il messaggio al Santo Profeta (sa) tramite il suo zio paterno. Queste esclamazioni fecero arrabbiare i musulmani sinceri. Spiegarono al Santo Profeta (sa) che prima del suo arrivo, Abdullah bin Abi Salool fu nominato come futuro Re di Medina dalle tribù e con l’arrivo del Santo Profeta (sa), ciò non si compì, rendendo Abdullah Bin Abi Salool geloso.

Dopo un po’ di tempo si presentò dal Santo Profeta (sa), il figlio di Abdullah bin Abi Salool, il cui nome era Habbab e che fu cambiato dal Santo Profeta (sa) in Abdullah. Era un Compagno molto fedele e si presentò dal Santo Profeta (sa) preoccupato per le parole spiacevoli di suo padre. Dichiarò che se per un tale atto, la pena sarebbe stata la morte, l’avrebbe effettuata egli stesso. Spiegò che se suo padre fosse stato giustiziato da qualcun altro, una sfumatura di ignoranza sarebbe potuta divampare in lui e l’avrebbe indotto a ferire il carnefice di suo padre e cadere nella trappola dell’inferno, nonostante il desidero di ottenere il piacere di Allah (Significando che sebbene non desiderasse altro che il piacere il Allah, tuttavia non desiderava entrare nell’inferno per aver ucciso un musulmano). Il Santo Profeta (sa) lo calmò e disse: Non abbiamo tale intenzione, anzi, in ogni caso, dimostreremo sempre compassione e benevolenza verso tuo padre”.

Tuttavia, ‘Abdullah bin ‘Abdullah bin Ubayy fu così infuriato contro suo padre che quando l’esercito musulmano partì per Medina, ‘Abdullah (ra) si stanziò dinanzi a suo padre bloccandogli il passaggio e dicendogli, “Per Dio! Non ti permetterò di tornare indietro finché non confesserai con la tua stessa lingua che il Santo Profeta (sa) è il più onorabile e tu sei il più disonorevole.” Abdullah spinse suo padre a tal punto che alla fine fu costretto a pronunciare queste parole, sulle quali poi ‘Abdullah lo lasciò libero di procedere per la sua strada.

In seguito, accadde la Grande Calunnia, un avvenimento elevato dagli ipocriti responsabili dell’incidente dell’Ifk [la bugia], il cui massimo istigatore fu ‘Abdullah bin Ubayy Salool. ‘Abdullah bin Ubayy Salool diffuse delle voci fasulle attaccando il carattere pio di Hazrat Ayesha (ra), la santa moglie del Santo Profeta (sa). Gli ignoranti ci cascarono ed il pettegolezzo diffuso mise sotto discussione l’integrità del personaggio di Hazrat Ayesha (ra). Era una donna pia e devota a Dio. Non offrì nessuna spiegazione per queste atroci accuse per paura di non essere creduta. Si appellò ad Allah l’Eccelso per esser aiutata pronunciando le preghiere coraniche del profeta Giuseppe (as), “La pazienza è meglio per me. Ed è solamente Allah il mio rifugio contro ciò che queste persone affermano.”

Fu così virtuosa ed ebbe una così grande fede in Dio da esser certa che Dio Onnipotente stesso l’avrebbe vendicata pubblicamente per tali terribili accuse. Il Santo Profeta (sa) ricevette una rivelazione divina, “In verità, coloro che hanno fabbricato la menzogna sono un partito in mezzo a voi.” Ciò esonerò il carattere pio di Hazrat Ayesha (ra). Il Santo Profeta (sa) sorrise e disse a Hazrat Ayesha (ra) che Dio affermò la sua innocenza. A quel punto, sua madre le disse, “Alzati! Ringrazia il messaggero di Allah.” Hazrat Ayesha (ra) rispose, “Perché dovrei ringraziare il Santo Profeta (sa), non sono forse grata al mio Signore che ha testimoniato la mia innocenza?”

Nonostante tutti questi atti di tradimento nazionale e lesioni personali, quando Abdullah bin Ubayy Salool morì, suo figlio Hazrat Abdullah (ra) domandò al Santo Profeta (sa) di condurre la sua preghiera funebre. Chiese al Santo Profeta (sa) anche la sua maglia così che potesse usarla come un indumento funerario per suo padre in modo che la sua punizione potesse essere in qualche modo ridotta. Su tale richiesta, il Santo Profeta (sa) gli diede la sua maglia e condusse le sue preghiere funebri. Il resoconto del compagno Badri Hazrat Abdullah (ra) si conclude qui e proseguirò con i resoconti del resto dei compagni nei prossimi sermoni.

Ora menzionerò alcuni dettagli che riguardano alcuni membri deceduti della nostra comunità.

Il primo che menzionerò è la rispettabile Amatul Hafeez Sahiba, moglie del rispettabile Maulana Muhammad Umar Sahib di Kerala, India. Passò a miglior vita il 20 Ottobre all’età di 72 anni, Certamente ad Allah apparteniamo ed a lui faremo ritorno. Era una donna pia e devota, che supportava il proprio marito in una maniera eccellente per le sue azioni verso la comunità. Recitava giornalmente il Sacro Corano, offriva le preghiere del Fajr e leggeva anche gli Ahadith. Tale era la sua pratica giornaliera, che anche il giorno in cui morì ebbe l’opportunità di osservare questa sua pratica. Possedeva una passione nello studiare i libri del Messia Promesso (as) ed aveva anche interesse nel migliorare la sua conoscenza generale. Possa Dio Onnipotente inondarla con il suo perdono e la sua misericordia; possa Egli innalzare il suo stato e consentire alla sua progenie di divenire recipienti delle le sue preghiere.

Il secondo funerale è del rispettabile Chaudhry Muhammad Ibrahim Sahib, che era il manager uscente e editore della rivista mensile Ansarullah in Pakistan. Morì il 16 Ottobre all’età di 83 anni, Certamente ad Allah apparteniamo ed a lui faremo ritorno. Il suo servizio per la comunità iniziò nel 1957 e rimase in servizio per molti anni. Furono presentati alla Corte un totale di 26 casi contro di lui e servì come Aseer Rah-e-Maulah [un prigioniero per la via di Dio] per un mese.

Il terzo funerale è del rispettabile Raja Masood Ahmad Sahib, che era il figlio del defunto Raja Muhammad Nawaz Sahib di Pind Dadan Khan. Morì il 19 Ottobre dopo una lunga malattia, all’età di 69 anni. Porta con sé una lunga lista di servizi prestati alla comunità in Pakistan e nel Regno Unito.

Il quarto funerale è della rispettabile Saliha Anwar Abro Sahiba, che era la moglie del defunto Anwar Ali Abro Sahib di Sindh. Morì il 1° Ottobre, Certamente ad Allah apparteniamo e ad Egli faremo ritorno. Era una persona coraggiosa e valorosa che adempì ai diritti di Dio Onnipotente ed ai diritti della Sua creazione.

In seguito alle preghiere del venerdì, guiderò le preghiere funebri in assenza dei defunti.

Nota: Il riassunto non vuole sostituire il sermone del venerdì di Hazrat Khalifatul Masih V (aa). Ne considera solo alcuni punti. Consigliamo dunque di prendervi il tempo necessario per ascoltare il Sermone del venerdì per beneficiare pienamente della guida illuminata di Hazoor Anwar (aa).

Alislam.it si assume la piena responsabilità per eventuali errori o problemi di comunicazione e la qualità della traduzione italiana di questa sinossi del sermone del venerdì. La versione originale in inglese è disponibile su: https://www.alislam.org/friday-sermon/2019-11-15.html