Uomini D’Eccellenza: Hazrat Uthman ibn Affan (ra) – parte II
Traduzione dell’Estratto del Sermone del venerdì da Hazrat Khalifatul Masih V (Che Allah lo abbia in gloria e lo benedica) del 29 Gennaio 2021.
Il 29 Gennaio 2021, Hazrat Khalifatul Masih V (che Allah lo aiuti) ha pronunciato il Sermone del venerdì dalla moschea Mubarak, Islamabad, Tilford, Regno Unito.
Dopo aver recitato il Tashahhud, Ta’awwuz e la Surah Al-Fatiha, Sua Santità, Hazrat Mirza Masroor Ahmad (aba) ha annunciato che avrebbe ripreso i racconti della vita di Hazrat Uthman ibn Affan (ra) e le battaglie a cui prese parte.
La Battaglia di Badr
Sua Santità (aba) ha detto che Hazrat Uthman (ra) non fu fisicamente in grado di prender parte alla Battaglia di Badr, poiché all’epoca sua moglie Hazrat Ruqayyah (ra) si ammalò. Perciò gli venne istruito dal Santo Profeta (sa) di rimanere indietro e prendersi cura di lei. Più tardi, il Santo Profeta (sa) lo incluse nella distribuzione del bottino di guerra, e fu così che divenne parte di quell’evento.
La Battaglia di Ghatafan
Sua Santità (aba) ha detto che quando il Santo Profeta (sa) avanzò per Ghatafan, designò Hazrat Uthman (ra) come deputato a Medina, e così non poté prendere parte neanche in questa battaglia. A tal proposito, Sua Santità (aba) ha elencato alcuni fatti sulla battaglia, e di come alcune tribù dei Banu Ghatafan ebbero l’intenzione di attaccare Medina. Il Santo Profeta (sa) studiò i loro piani, e per riuscire nell’intento di neutralizzare la loro minaccia, partì con un’armata verso Banu Ghatafan. Una volta che seppero dell’arrivo del Santo Profeta (sa), le diverse tribù fuggirono per nascondersi fra le montagne. Sebbene la battaglia non ebbe luogo, la minaccia dell’attacco a Medina fu così neutralizzata.
Incidente durante la Battaglia di Uhud
Sua Santità (aba) ha riferito che Hazrat Uthman (ra) prese parte nella Battaglia di Uhud. Sua Santità (aba) ha detto che durante la battaglia, ci furono due Musulmani che, avendo sentito le false notizie che il Santo Profeta (sa) venne martirizzato, e dell’attacco a sorpresa condotto da Abu Sufyan e le sue truppe, lasciarono il campo di battaglia. È registrato che Hazrat Uthman (ra) fu tra quelli che lasciarono il campo di battaglia. A tal proposito, Sua Santità (aba) ha citato i seguenti versi del Sacro Corano:
“O voi che credete, non siate come colore che sono venuti meno alla fede e che dicono dei loro fratelli, quando viaggiano nel paese o si muovono per la guerra: «Se fossero rimasti con noi, non sarebbero morti né sarebbero stati uccisi». Questo, affinché Allah possa renderlo un motivo di rimpianto nei loro cuori. Ed è Allah che fa vivere e fa morire, e Allah è conscio di tutto quello che voi fate.” – [3:157]
Sua Santità (aba) ha fatto riferimento ad alcuni incidenti della Battaglia di Uhud, spiegando come i Quraish diffusero le false notizie circa il martirio del Santo Profeta (sa) per mano loro. Dopo aver sentito queste false voci e con il cuore in frantumi, alcuni dei compagni, sebbene in piccolo numero, lasciarono il campo di battaglia e si recano a Medina. Tuttavia, in conto alla loro sincerità, Dio Onnipotente ha citato nel Sacro Corano di averli perdonati. Ci fu un altro gruppo di compagni che invece, dopo aver sentito le notizie del martirio non tornarono a Medina, per via della loro profonda tristezza, e si spostarono su un lato del campo di battaglia. Ci fu un terzo gruppo, che nonostante la notizia continuarono a combattere. Più tardi, tuttavia, non appena i primi due gruppi seppero che il Santo Profeta (sa) era ancora vivo, ritornarono immediatamente sul campo di battaglia. Si narra che Hazrat Uthman (ra) fu parte del secondo gruppo che non ritornò a Medina, ma che si spostò su un lato del campo di battaglia.
Il Trattato di Hudaibiyah
Sua Santità (aba) ha menzionato gli incidenti di Hazrat Uthman (ra) in relazione al Trattato di Hudaibiyah. Sua Santità (aba) ha spiegato che il Santo Profeta (sa) vide un sogno in cui stesse circolando intorno alla Ka’aba, e così comprese di doversi recare con i suoi Compagni per la Umrah (il Pellegrinaggio Minore). Fu durante il mese di Dhul-Qa’dah uno dei mesi sacri in cui era proibito combattere, e perciò il Santo Profeta (sa) istruì i suoi compagni che le loro spade dovevano rimanere nelle loro fodere. Così il Santo Profeta (sa) si diresse verso la Mecca con oltre quattrocento dei suoi compagni.
Nel tragitto, il Santo Profeta (sa) si fermò a Dhul-Hulaifah, dove assieme ai suoi compagni assunsero l’Ihram, ed inviò anche alcuni dei suoi verso Mecca, per ottenere informazioni ed assicurarsi che i Meccani non erano inclini ad alcuna malizia. Questi compagni ritornarono con l’informazione che i Meccani ebbero l’intenzione di fermare i Musulmani, ed erano anche pronti a combattere. Inviarono anche un gruppo per catturare i Musulmani in cammino. Così, il Santo Profeta (sa) li istruì di non prendere la strada verso Mecca, e di prendere altresì un’altra strada, al fine di evitare qualunque scontro.
Quindi, il Santo Profeta (sa) e i suoi compagni si fermarono alla valle di Hudaibiyah. Qui, i Meccani informarono il Santo Profeta (sa) che i loro capi non gli avrebbero mai permesso di entrare alla Mecca e che l’avrebbero combattuto con certezza. Il Santo Profeta (sa) riferì di non aver alcuna intenzione di combatterli, ed era pure disposto a stabilire un trattato di pace con loro. Fece loro un discorso sentito dal cuore che commosse molto l’uomo Meccano di nome Budail, che a sua volta gli rispoe che avrebbe informato i capi Meccani e cercato di convincerli. I capi della Mecca vennero convinti sul concordare a questa proposta da uno dei capi che ebbe il nome di Urwah bin Mas’ud, che si recò dal Santo Profeta (sa) a nome dei Meccani.
Di ritorno dalla mecca, Urwah esclamò di aver visitato molti re e leader, ma che non vide mai qualcuno così onorato e rispettato, tanto quanto i compagni del Santo Profeta (sa) lo rispettavano e lo onoravano.
Così, i Qurasih inviarono dei delegati al Santo Profeta (sa) per negoziare il patto. Il Santo Profeta (sa) decise che anche un rappresentante dei Musulmani avrebbe dovuto recarsi alla Mecca, affinché potesse spiegare loro il punto di vista dei Musulmani sulla faccenda e delucidarla meglio a loro. Tuttavia, mentre questi era in viaggio, il suo cammello venne attaccato e ferito, e sebbene i Meccani desiderassero attaccare anche lui, lo lasciarono ritornare al campo dei Musulmani.
I Quraish allora decisero di inviare alcune truppe per circondare il campo dei Musulmani in segreto, e non appena trovata l’opportunità, attaccarli. Tuttavia, il Santo Profeta (sa) venne a sapere di questo plotto, e nonostante l’atto venne compiuto durante il loro mese sacro, li perdonò. Sua Santità (aba) ha detto che da questo incidente, uno è in grado di comprendere l’estremo livello di pazienza mostrato dal Santo Profeta (sa) ed il suo desiderio immortale di stabilire la pace.
Il Santo Profeta (sa) non fu scoraggiato da questi eventi, e decise che una persona di grande influenza, originaria della Mecca, andava inviata per far comprendere ai Meccani le vere intenzioni dei Musulmani. Quindi, Hazrat Uthman (ra) venne inviato a Mecca per conto dei Musulmani, con il messaggio del Santo Profeta (sa) per i Meccani. Così, Hazrat Uthman (ra) incontrò i Meccani e riferì loro il messaggio che il Santo Profeta (sa) aveva inviato per loro. Tuttavia, i Meccani rimasero testardi e dissero che non avrebbero concesso ai Musulmani di entrare, ma dissero a Hazrat Uthman (ra) che gli avrebbero permesso di girare intorno alla Ka’aba. Hazrat Uthman (ra) protestò, facendogli notare che il Santo Profeta (sa) non sarebbe stato in grado di farlo, se gli fosse negato il permesso di entrare alla Mecca. Così, Hazrat Uthman (ra) fece i preparativi per ritornare al campo dei Musulmani, ma i Meccani lo fermarono e non lo fecero partire.
Così, si diffuse la falsa notizia del martirio di Hazrat Uthman (ra). Dopo aver sentito la notizia, il Santo Profeta (sa) radunò tutti i compagni che gli prestarono giuramento, comunicando loro che da quel momento sarebbero avanzati e non sarebbero tornati indietro, anche se questo avrebbe significato sacrificare le proprie vite. Il Santo Profeta (sa) estese la propria mano e i compagni poggiarono le loro mani al di sopra di essa. Quindi, il Santo Profeta (sa) pose l’altra mano al di sopra di esse, e disse che quella mano rappresentava la mano di Hazrat Uthman (ra), poiché se fosse stato presente, certamente avrebbe preso parte a questo giuramento. Queto giuramento è conosciuto come la Bai’at-e-Ridwan. È stata anche menzionata nel Sacro Corano, nel seguente verso:
“Certamente, Allah era ben compiaciuto dei credenti, mentre ti stavano giurando fedeltà sotto l’albero, ed Egli sapeva che cosa c’era nei loro cuori, e mandò in loro tranquillità, e li ricompensò con una vittoria vicina.” [48:19]
Una volta che seppero di questo giuramento, i Meccani s’intimorirono, e dissero immediatamente che il trattato andava stipulato, tuttavia i Musulmano non sarebbero stati fatti entrare fino all’anno venturo; e perciò inviarono Suhail bin Amr dal Santo Profeta (sa) affinché potesse finalizzare i termini del trattato. Così, il trattato fu stipulato, conosciuto come il Trattato di Hudaibiyah.
Sua Santità (aba) ha concluso comunicando che avrebbe proseguito con gli incidenti della vita di Hazrat Uthman (ra) in futuro, In sha’ Allah.
Un Appello per le Preghiere
Sua Santità (aba), ancora una volta, ha rivolto l’attenzione della Comunità alla preghiera, specialmente per le condizioni che prevalgono in Pakistan, dove gli Ahmadi non sono al sicuro nemmeno fra le mura di casa propria. La polizia è sotto l’influenza dei maulvis (clerici). Sua Santità (aba) ha detto che ci sono alcuni poliziotti per bene che dicono di essere costretti ad agire in tale maniera sotto ordine dei loro superiori. Sua Santità (aba) ha pregato affinché gli Ahmadi possano essere salvati da queste persone ed esser in grado di vivere con sollievo. Sua Santità (aba) ha espresso che, Dio volendo, se continuiamo a pregare, allora presto vedremo lo sfortunato destino di queste persone. Sua Santità (aba) ha pregato affinché possiamo avere l’abilità di continuare a pregare a questo proposito.
Nota: Il riassunto non vuole sostituire il messaggio di Hazrat Khalifatul Masih V (aba). Ne considera i punti più salienti. Consigliamo dunque di prendervi il tempo necessario per ascoltare il messaggio del venerdì per beneficiare pienamente della guida illuminata di Hazoor Anwar (aba).
Alislam.it si assume la piena responsabilità per eventuali errori o problemi di comunicazione e la qualità della traduzione italiana di questa sinossi del messaggio del venerdì. La versione originale in inglese è disponibile su: Men of Excellence : Hazrat Uthman Ibn Affan (ra) (alislam.org)